il_Cava
2005-08-06 22:34:28 UTC
Ciao NG!
Oggi m'e' capitato per le mani il n.6 di Aquaplanta&Reefart della
primavera 2005 nel quale si pubblica un'intervista interessante
all'americano Steve Tyree (titolare della coral farm di cui a
www.dynamicecomorphology.com).
Il tipo descrive l'allestimento delle sue vascone dedicate da 7 anni alla
riproduzione e propagazione di sclerattinie tropicali, che si basa sulla
massima semplicita' e sul minimo impiego di attrezzature tecniche per
ridurre sia i costi (impianti + energia) che i guasti.
In breve ogni vasca fa storia a se', e' isolata e sprovvista di sump,
allestimento naturale con sole rocce vive, niente fondo, pompe di
movimento esterne per scaldare l'acqua il meno possibile, cambi del 20%
mensili, niente reattore di calcio e soprattutto NIENTE SCHIUMATOIO!!!
L'acquario e' allestito secondo un modello bizonale, secondo il quale in
meta' vasca (zona esposta) c'e' una forte illuminazione (HQI da 400 Watt)
e un forte movimento dell'acqua; nell'altra meta' (zona criptica) invece
le rocce vive sono separate meccanicamente dalla zona esposta e sono
tenute al buio in modo da permettere l'insediamento di invertebrati
filtratori protetti dai predatori naturali e da altri concorrenti; Tyree
sostiene che il successo del suo allestimento naturale, col quale ottiene
gli stessi tassi di crescita che aveva col berlinese classico ma con molti
meno ingrullimenti, e' dovuto soprattutto alla crescita di ascidie e
spugne, che filtrano naturalmente l'acqua e che dall'uso dello schiumatoio
verrebbero certamente danneggiate.
La mia idea di costruire un refugium DENTRO la vasca, che nel minireef
allestito proprio in questi giorni ho effettivamente realizzato, partiva
proprio da questo presupposto: una parte di acquario separata in qualche
modo dal resto per far crescere al riparo dei pesci e di altri predatori
tutti gli organismi che fanno "girare bene" l'acquario, come ho potuto
vedere nel mio nanoreef di 30 l dove spugne, ascidie, vermi tubicoli etc.
in assenza di predatori e concorrenti alimentari (filtri meccanici,
schiumatoio) hanno dimostrato di vivere bene e garantire buone condizioni
di vita agli altri animali (bassa carica batterica nell'acqua, rimozione
del particolato in sospensione e del muco tossico dei coralli etc.).
Dopo questo papiro di premessa, ecco le domande agli esperti:
pensate che un approccio del genere possa avere dei risvolti negativi, che
dall'intervista non si colgono? Prima di buttarmi a capofitto in questa
impresa, spengere lo schiumatoio e tagliare metri di spugna a maglia
grossa per isolare (quasi) la zona a ridosso del vetro posteriore, vorrei
un vostro parere su eventuali problemi cui posso andare incontro.
Grazie e scusate se sono stato prolisso.
:-) dal Cava
Oggi m'e' capitato per le mani il n.6 di Aquaplanta&Reefart della
primavera 2005 nel quale si pubblica un'intervista interessante
all'americano Steve Tyree (titolare della coral farm di cui a
www.dynamicecomorphology.com).
Il tipo descrive l'allestimento delle sue vascone dedicate da 7 anni alla
riproduzione e propagazione di sclerattinie tropicali, che si basa sulla
massima semplicita' e sul minimo impiego di attrezzature tecniche per
ridurre sia i costi (impianti + energia) che i guasti.
In breve ogni vasca fa storia a se', e' isolata e sprovvista di sump,
allestimento naturale con sole rocce vive, niente fondo, pompe di
movimento esterne per scaldare l'acqua il meno possibile, cambi del 20%
mensili, niente reattore di calcio e soprattutto NIENTE SCHIUMATOIO!!!
L'acquario e' allestito secondo un modello bizonale, secondo il quale in
meta' vasca (zona esposta) c'e' una forte illuminazione (HQI da 400 Watt)
e un forte movimento dell'acqua; nell'altra meta' (zona criptica) invece
le rocce vive sono separate meccanicamente dalla zona esposta e sono
tenute al buio in modo da permettere l'insediamento di invertebrati
filtratori protetti dai predatori naturali e da altri concorrenti; Tyree
sostiene che il successo del suo allestimento naturale, col quale ottiene
gli stessi tassi di crescita che aveva col berlinese classico ma con molti
meno ingrullimenti, e' dovuto soprattutto alla crescita di ascidie e
spugne, che filtrano naturalmente l'acqua e che dall'uso dello schiumatoio
verrebbero certamente danneggiate.
La mia idea di costruire un refugium DENTRO la vasca, che nel minireef
allestito proprio in questi giorni ho effettivamente realizzato, partiva
proprio da questo presupposto: una parte di acquario separata in qualche
modo dal resto per far crescere al riparo dei pesci e di altri predatori
tutti gli organismi che fanno "girare bene" l'acquario, come ho potuto
vedere nel mio nanoreef di 30 l dove spugne, ascidie, vermi tubicoli etc.
in assenza di predatori e concorrenti alimentari (filtri meccanici,
schiumatoio) hanno dimostrato di vivere bene e garantire buone condizioni
di vita agli altri animali (bassa carica batterica nell'acqua, rimozione
del particolato in sospensione e del muco tossico dei coralli etc.).
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pensate che un approccio del genere possa avere dei risvolti negativi, che
dall'intervista non si colgono? Prima di buttarmi a capofitto in questa
impresa, spengere lo schiumatoio e tagliare metri di spugna a maglia
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un vostro parere su eventuali problemi cui posso andare incontro.
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:-) dal Cava
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questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
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